Equilibrio tra videosorveglianza e privacy

Equilibrio tra videosorveglianza e privacy

Videosorveglianza e GDPR: quali sono le regole da rispettare? 

Quando si parla di installazione di sistemi di videosorveglianza è innanzitutto necessario conoscere quali potrebbero essere le conseguenze di un utilizzo improprio di tali strumenti.

I sistemi di videosorveglianza possono essere installati in tutti i settori dalle aziende al domicilio privato ma, se non installati correttamente, possono rappresentare un rischio di violazione della privacy altrui con relativa responsabilità a carico dei proprietari.

Approfondiremo qui di seguito quali siano le regole dettate dal Garante della Privacy. Vedremo anche come installare correttamente un impianto di videosorveglianza nel rispetto dell’equilibrio tra videosorveglianza e privacy.

Cosa dice il GDPR

L’introduzione del GDPR ha avuto una notevole influenza sul settore, implementando una serie di normative, al fine di trovare il giusto equilibrio tra la necessità di sicurezza di chi installa un impianto e il diritto alla privacy dei soggetti ripresi. 

L’installazione di un sistema di videosorveglianza quindi, non si riduce solo al montaggio di telecamere e videoregistratori ma deve rispettare regole in ambito giuslavoristico ed in ambito privacy, adottando una serie di misure volte a trattare i dati nel modo corretto.

Il GDPR regolamenta il diritto alla riservatezza delle persone e si applica a tutti i settori e alle tecnologie presenti nell’Unione Europea che prevedono il trattamento di dati personali e particolari.

Il termine “dati personali” si riferisce a qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile, mentre con “dati particolari” si intende informazioni genetiche e biometriche. 

Nel settore della sicurezza esistono diverse tecnologie che trattano queste tipologie di dati come i sistemi di controllo accessi e videosorveglianza.

Nei sistemi di videosorveglianza i “dati personali” e “particolari” potrebbero essere nelle immagini riprese dalle telecamere e nelle registrazioni; è necessario quindi, in fase di installazione e programmazione, adottare una serie di misure per gestire i dati nel modo corretto.

La normativa tecnica che avvicina il sistema di videosorveglianza alla conformità al GDPR: 

La Norma CEI EN 62676-4, in particolare, fornisce i requisiti e le raccomandazioni per la scelta, la progettazione, l’installazione, la messa in servizio e la manutenzione dei sistemi di videosorveglianza per applicazioni di sicurezza.

Dispone l’obbligo al titolare di proteggere adeguatamente il proprio impianto e i dati che da esso vengono utilizzati, a dimostrazione della sempre maggiore vicinanza tra normative tecniche e privacy.

Ne consegue che la valutazione d’impatto relativa alla protezione dei dati è sempre obbligatoria.

I sistemi di videosorveglianza devono pertanto rispettare alcuni principi fondamentali:

  • principio di liceità: rispetto della normativa italiana in vigore
  • principio di proporzionalità: ovvero scegliere di installare un impianto quando altre misure di sicurezza alternative si sono rivelate non sufficienti
  • principio di finalità: ossia quando esistono motivazioni reali e legittime per installare un impianto
  • principio di necessità: se le riprese servono a registrare solamente ciò che è necessario al motivo indicato.

Per quanto tempo si possono conservare le immagini dei sistemi di videosorveglianza?

Le registrazioni delle immagini, come regolamentato dal GDPR devono essere cancellate entro 24h; questo periodo può essere esteso in alcuni casi a 7 gg.

In tutti i casi in cui si voglia procedere a un allungamento dei tempi di conservazione per un periodo superiore alla settimana, deve essere sottoposta dal titolare una richiesta preliminare al Garante, motivata con riferimento ad una specifica esigenza di sicurezza perseguita, in relazione a concrete situazioni di rischio riguardanti eventi realmente incombenti e per il periodo di tempo in cui venga confermata tale eccezionale necessità.

Quando è obbligatorio il cartello “area videosorvegliata” e cosa deve riportare?

L’esposizione del cartello è obbligatoria per legge quando si installano videocamere o telecamere di videosorveglianza. Il cartello ha la funzione di avvertire con immediatezza della presenza delle stesse, consentendo all’interessato di evitare di accedere all’area o di adeguare il proprio comportamento. L’informativa dovrà riportare in sintesi modalità e finalità del trattamento dei dati e rimandare ad un’informativa completa consultabile agevolmente online.

Sistemi di VIDEOSORVEGLIANZA installati da PERSONE FISICHE 

Ecco di seguito le regole da seguire – scheda informativa rilasciata dal garante della privacy:

Le persone fisiche possono, nell’ambito di attività di carattere personale o domestico, attivare sistemi di videosorveglianza a tutela della sicurezza di persone o beni senza alcuna autorizzazione e formalità, purché:

  • le telecamere siano idonee a riprendere SOLO aree di PROPRIA ESCLUSIVA PERTINENZA
  • vengano attivate MISURE TECNICHE PER OSCURARE PORZIONI DI IMMAGINI in tutti i casi in cui, per tutelare adeguatamente la sicurezza propria o dei propri beni, sia inevitabile riprendere parzialmente anche AREE di TERZI
  • nei casi in cui sulle aree riprese insista una SERVITÙ DI PASSAGGIO in capo a terzi, sia acquisito formalmente (una tantum) il CONSENSO del soggetto titolare di tale diritto
  • NON siano oggetto di ripresa AREE CONDOMINIALI COMUNI o di TERZI
  • NON siano oggetto di ripresa AREE APERTE AL PUBBLICO (strade pubbliche o aree di pubblico passaggio)
  • NON siano oggetto di COMUNICAZIONE A TERZI o di DIFFUSIONE le immagini riprese

Conclusioni su: Equilibrio tra videosorveglianza e privacy

In conclusione, si può avere equilibrio tra sicurezza e privacy affidandosi ad esperti del settore che prendono in considerazione sia le normative tecniche che quanto prescritto nel GDPR, creando un connubio tra tecnica e sicurezza dei propri dati.


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